Si costituisce La “Repubblica indipendente del Blues”

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Jazz

Con tanto di Presidente (delle 6 corde) Gianmarco Mento, di Primo Ministro (del ritmo) Riccardo Dallagiovanna, di Generale (del groove) Filippo Pollastri, dichiara i propri confini la “Repubblica indipendente del Blues”,  presentando  cariche istituzionali, bandiera e carta costituzionale.

Lo scopo è uno solo: sventolare il vessillo del Blues in un tourbillon tra standard, riff, contaminazioni, super-session con altri musicisti, per rendere sempre più attuale questo genere musicale anche tra le nuove leve.

Per saperne di più non potevamo fare altro che intervistare, con il dovuto ossequio e rispetto, il Presidente delle 6 corde, Gianmarco Mento.

Presidente, innanzitutto, da dove è partita la volontà di incunearsi in un genere musicale così di nicchia, almeno per l’Italia, come il blues?
La ricerca del nome non è stato preso alla leggera. Quando si parla di blues, la gente subito lo associa a determinati standard. Certo suoniamo blues, ma cerchiamo di renderlo più attuale, contaminandolo. E qui sottolineo la parola più importante del nostro nome “INDIPENDENTE”.

A questo punto, Presidente, è necessario un approfondimento.
Le mie radici, da buon chitarrista, attingono a piene mani da Hendrix. Tanti anni fa avevo anche un trio tributo a lui. Ho voluto rinverdire questa mia passione cercando di spingermi oltre al classico clichè del tributo. Insieme a Riccardo, grandissimo conoscitore di musica, abbiamo focalizzato l’attenzione sulle origini blues della musica Hendixiana, allargando questo sguardo ad altri musicisti: John Meyer, i Black Keys, andando a spulciare nel repertorio dei Buffalo Springfields (un gruppo west coast anni 60) per arrivare fino ai Beatles.

Video: Helter Skelter
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Cosa ci avete messo “del vostro” in questo approccio?
Qui sta proprio la bellezza, almeno per noi, di quello che proponiamo. Siamo di certo nel solco di canzoni di altri, ma non le riteniamo più delle cover. Le abbiamo completamente rivisitate, mantenendo la matrice originale, ma cercando di dare loro nuova linfa attraverso contaminazioni ben visibili. Non in tutte le canzoni, è vero, ma in molte sono presenti pad elettronici e sintetizzatori. Cerchiamo quindi di attualizzare al  2020 una musica che affonda le sue radici in un passato remoto.

Video: Voltures
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E qui sta quindi il bello del nome del vostro gruppo.
Proprio così. Abbiamo voluto focalizzare l’attenzione sul genere, il blues, ma trattato in modo “indipendente”. In questo percorso proponiamo quindi standard blues ma anche pezzi insospettabili sempre con la volontà di ricrearli ex novo. Diamo loro un nuovo vestito, il che all’atto pratico è come comporre nuove canzoni. Siamo contenti dello spirito che ci caratterizza e ci poniamo come band aperta, che si allarga e si stringe come il soffietto di una fisarmonica inglobando all’esigenza anche altri musicisti che possono sentirsi parte del nostro progetto.  Questo percorso è ben evidente nei tre video clip registrati all’Elfo Studio nei quali sono presenti una versione di Helter Skelter dei Beatles, A day in a life nella versione di Jeff Beck e Voltures di John Meyer.

Video: A day in a life
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Benissimo, allora occorre essere presenti al primo atto di costituzione della vostra repubblica! A quando l’avvenimento?
Presto detto. L’appuntamento è per giovedì 1 novembre al Kiosko ore 21.30-22.00

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