I Bykers anticipano la Befana con Lady Ubuntu e MGZ

275
Jazz

Ripartiamo in questo 2018 con una serata calendarizzata dagli amici del Circolo Bikers di Roveleto di Cadeo già da tempo e che vi avevamo anticipato in un articolo di inizio novembre. Un doppio live pre-befana, infatti è domani sera, 5 gennaio, a partire dalle 22 (conoscendo le abitudini dei ragazzi dei Bykers, facciamo anche le 23. Ndr), che ci porta due proposte molto particolari.

Infatti, come vi avevamo anticipato un paio di mesi fa, non è molto semplice descrivere quello che troveremo sul palco della “vecchia scuola”. Loro sono i Lady Ubuntu e con loro ci sarà la special guest MGZ.

Lady Ubuntu, che si traduce in “Lady Benevolenza” o “Lady Umanità” dalla lingua bantu, è un trio che viene da Alessandria e che dopo la prima uscita discografica dal titolo “Piuttosto che incontrarvi farei bungee jumping” si sono riproposti nel 2016 con “Epoca stupida e feroce”.
Con loro arriva un mix sonoro che lavora su campionamenti, perciò ci trovate tanta elettronica, che si appoggia su un’indole punk che esce molto di più nei testi. Sono questi che colpiscono, ironici e diretti, che hanno al centro una critica, spesso più che altro una presa in giro, al quotidiano “nostro” e di chi ci gira intorno.

[[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”10394″,”attributes”:{“alt”:”MGZ”,”class”:”media-image”,”height”:”336″,”title”:”MGZ”,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”480″}}]]

La special guest è MGZ, un gruppo composto dal “santone” MGZ alla voce e da Dj Brainzuk alle musiche e agli arrangiamenti, un viaggio musicale fra il pop, l’elettronica, la dance, tratti di rappato, anche un po’ di rock. Però oltre alla musica al centro del gruppo, che ha da tempo sorpassato i 20 anni di carriera, c’è il “santone”, un vero e proprio showman colorato e istrionico arrivato da un pianeta non ancora conosciuto (da noi almeno, perché lui lo conosce bene e si chiama Burulandia). Un termine di paragone? No, non ce ne vengono in mente nessuno del genere, però se ci vogliamo provare, ricorda un l’architetto Mangoni degli “Elio”, ma molto, molto, molto meno controllato.

Summertime In Jazz