Deriva | “Capo di tutto” è il nuovo video

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La band piacentina ritorna sull’ep “Acque Nere” con un nuovo video, quello di “Capo di tutto” (Capo di niente)

Nuovo video per il panorama piacentino e di nuovo per un rock molto cattivo e urlato. Stavolta l’attenzione si sposta sui Deriva, band di recentissima nascita che però in poco tempo ha dato prova di grande vitalità.

La band, per portarci un nuovo prodotto, ha scelto “Capo di tutto” (Capo di niente), un video a firma Enrico Riscassi & Gabriele Dente.

Nuovo video ma con altre novità in arrivo…

Un rock diretto con dei testi che non girano intorno ai significati e che oggi ritroviamo anche in video con “Capo di tutto”. Con quattro domande a Zanna, la voce della band, ci facciamo raccontare questo nuovo prodotto, con qualche parola al passato e qualcuna al presente.

Per chi ancora non vi conosce, ci fate una vostra piccola presentazione?

I Deriva nascono ad inizio 2020 come duo: Zanna (voce e testi) e Libo (chitarra, basso e producer). L’idea era di suonare, non c’è stata nessuna volontà esplicita sul genere, ma Libo ha iniziato a mandarmi le tracce complete ed era tutta roba incazzata, cupa, variava dal punk, al metal e all’hard rock. Io ho voluto scriverci sopra in italiano, era l’unica cosa che ero sicuro di voler fare.

Da quel momento in un anno abbiamo messo insieme tanto materiale da comporre due EP e un album. Senza Respiro, il primo EP, è stato anche stampato in cassetta da ItalianExtremeUnderground e Impeto Records. Catrame Acido, l’album, e Acque Nere, secondo EP, esistono al momento solo in formato digitale su tutte le principali piattaforme. Quest’anno grazie all’ingresso di Cesco (batteria) e Michele (basso) abbiamo iniziato a suonare in giro e ci stiamo divertendo parecchio!

Deriva - Il video che rilancia Acqua Nere
Clicca qui per ascoltare “Acque Nere”

Da poco è uscito “Capo di tutto”. Solo un assaggio di un lavoro più ampio…

Capo di tutto è tratta da Acque Nere. Siamo stati tutti d’accordo sul fatto che fosse la canzone giusta per un video e abbiamo trovato Risca (il regista) molto favorevole. Con lui e Funke abbiamo girato tutto in due giornate e siamo stati molto contenti del lavoro che hanno fatto. Sono stati davvero capaci di fare una cosa semplice ma figa e divertente, cosa che sposa bene il tono della canzone. Di materiale nuovo ne abbiamo, come ad esempio il singolo Colpevole di amare, uscito in primavera, ma ci sono anche altre canzoni ancora inedite al pubblico già pronte da un anno! Per cui aspettatevi sorprese…

Lo avete definito un prodotto “irriverente e corrosivo”. Cosa intendete per queste due cose? e poi, sono i fili conduttori della vostra musica più in generale?

Irreverente e corrosivo. Si sono proprio gli aggettivi giusti. Capo di tutto ha lo stesso sapore della rivolta di una classe di studenti delle medie che, in un impeto di coscienza sociale, si ribellano tutti contro un insegnante che non insegna ma impone la sua autorità solo per soddisfare il suo ego o appunto per imporsi sugli altri.

I testi dei Deriva per la maggior parte dei casi sono molto crudi, ma per Capo di tutto, spinto anche dalle sonorità meno violente, mi sono fatto attrarre da un tono più sarcastico e leggero, anche se di fatto la canzone parla di un tema molto importante oggi, visto che non solo esistono ancora le lotte di classe contro sistemi di lavoro senza umanità, ma per di più queste vengono anche messe in discussione; vedasi quello che è successo nella logistica proprio a Piacenza.

In soldoni Capo di tutto vuole ricordare a tutti che i doveri non sono più importanti dei diritti, anzi molte volte è il contrario. In questo senso sicuramente la canzone mantiene ben tesi i fili conduttori del Deriva pensiero.

Sappiamo che vi troveremo sul palco di Dissonanze autunnali. Voi siete una band da palco. Quanto avete bisogno di questo contatto con il pubblico anche per quello che poi producete in sala prove?

Ci piace tanto suonare dal vivo, percepisco questo dagli altri componenti. Per me l’esibizione, l’energia che sprigiono sul palco e quella che mi trasmette il pubblico costituiscono l’apice di ciò che faccio. I nostri sono concerti a cui la gente di solito poga, suda, si lascia trasportare da ciò che sente. Rispondendo alla domanda quindi si lavora in saletta anche per avere il ritorno del pubblico e per vederlo sempre più eccitato.

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