PcJazzFest: gli eventi di questa settimana

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Un’altra settinana ricca di eventi del Pc Festival Jazz in attesa del grande concerto del fine settimana. ore 18.30 c/o Salone degli Arazzi (Galleria Alberoni, via Emilia Parmense n. 77)  con FABRIZIO BOSSO QUARTET & PAOLO SILVESTRI ENSEMBLE

[[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”4987″,”attributes”:{“alt”:””,”class”:”media-image”,”height”:”150″,”style”:”margin: 5px; float: left;”,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”225″}}]]Si comincia questa sera (22 febbraio) al Maudit con il quartetto guidato dalla cantante Laura Luppi. Insieme a lei sul palco Luciano Poli (chitarra solista), Corrado Caruana (chitarra ritmica) e il contrabbassista Mauro Sereno Repertorio decisamente insolito quello relativo al progetto “Nicasphere” del quartetto della cantante piacentina Monica Agosti, che non si limita a pescare nel pozzo quasi inesauribile e sempre appagante degli standard jazz, ma propone un concerto dal profilo più esoterico in cui si ascoltano anche le raffinate linee melodiche di famosi “jazz tunes” (cioè composizioni jazz originali e non provenienti da altri repertori più popolari) per lo più provenienti dall’epoca d’oro degli anni ’50 e ’60; brani caratterizzati dalla tipica “front-line” tromba-saxofono, che tanto hanno contribuito a canonizzare l’immaginario sonoro di questo genere musicale. Sotto quest’aspetto si collocano ad esempio le rivisitazioni di capolavori come “Sandu“ e “Joy Spring“ (del quintetto di Clifford Brown) o la famosissima “Nica’sDream“ di Horace Silver, o la classica “Four“ di Miles Davis, o i meravigliosi temi del primo Ornette Coleman come “Jayne“ e “The Blessing“.

 

[[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”4990″,”attributes”:{“alt”:””,”class”:”media-image”,”height”:”168″,”style”:”float: left; margin: 5px;”,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”112″}}]]Mercoledì  Piacenza Suona Jazzapproda al Tuxedo di via Colombo 101, dove alle ore 22.00 suonerà la“Nanoband”. La “Nanoband” prende il nome dal suo leader, il batterista Marco “Nano” Orsi insieme alla cantante Stefania Martin, al pianista Andrea Pollione, al chitarrista Marcello Salcuni e a un rinomato talento del basso elettrico come Lorenzo Poli. Un quintetto davvero eccezionale quello capitanato dal batterista Marco “Nano”Orsi. Una band energica, fresca, dalla musica che respira Pop a pieni polmoni, ma che non disdegna alcuni momenti d’improvvisazione da parte di solisti di grande esperienza, come il chitarrista Marcello Salcuni o il tastierista Andrea Pollione, ma anche Lorenzo Poli al basso e lo stesso leader alla batteria si prenderanno i loro spazi imrovvisativi, sempre all’ombra di una dichiarata sonorità elettrica, figlia della svolta elettrica del grande Miles negli anni Settanta. In realtà il repertorio ripropone brani Soul e Pop degli anni Ottanta e Novanta, attraverso la fervida e potente voce di Stefania Martin. Si ascolteranno brani di Anita Baker, Olita Adams, Chaka Khan, Patti Austin e molti altri.È raro assistere ai concerti della “NanoBand”, perché si tratta di super professionisti spesso impegnati come session-man in tour nazionali di artisti pop o presi da sedute discografiche impegnative e di lunga durata.

[[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”4991″,”attributes”:{“alt”:””,”class”:”media-image”,”height”:”177″,”style”:”float: left; margin: 5px;”,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”266″}}]]giovedì 25 febbraio alle ore 22.00 si trasferisce al Melville Caffè Letterario, che sarà teatro del concerto “Jazz in love”. La formazione è quella dell’Hammond trio, Giovanni Guerretti sarà all’organo, con l’aggiunta del sax di Giuseppina Muresu, della voce di Sara Giovannini, della voce recitante di Eleonora Marzani e del drumming di Luca Mezzadri alla batteria. “Jazz in Love” è un progetto di Sara Giovannini ed Eleonora Marzani che nasce quasi per sfida dall’idea di creare con la musica dal vivo e con testi recitati uno spettacolo attorno al tema amoroso. Attraverso pezzi classici jazz e blues, tradotti in italiano e ricomposti nella loro drammaturgia, si snoda il filo conduttore dello spettacolo. Tra musica e parole, la protagonista “Rose”, il cui nome è mutuato dalla canzone “Honeysuckle Rose” del 1929, ripercorre in prima persona le vicende della sua vita affettiva. All’apertura la ritroviamo giovane e ingenua, smarrita tra momenti di entusiasmo e di delusione, e in seguito l’accompagneremo attraverso tutte le sfaccettature dell’amore, delle prime passioni fino al matrimonio, dal tradimento al suo riscatto, in un percorso di crescita che la porterà all’età adulta. Alcune delle canzoni scelte sono tratte da musical della tradizione americana e sono perciò, originariamente, parte di altre storie. Ma grazie a Rose, esse si amalgamano tra loro fino a comporsi in una nuova vicenda, fatta di alti e bassi, di gioie e di tristezze, ma sempre a ritmo di Jazz.

[[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”4993″,”attributes”:{“alt”:””,”class”:”media-image”,”height”:”177″,”style”:”float: left; margin: 5px;”,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”354″}}]]Una sintesi perfetta di tale approccio è costituita dalle iniziative che si terranno alla Galleria Ricci Oddi, istituzione cittadina coinvolta quest’anno per la prima volta, teatro di alcuni momenti di grande fascino. Il primo momento creato e dedicato espressamente per la Galleria simbolo dell’arte a Piacenza sarà venerdì 26 febbraio alle 17.00, quandoGianni Satta con la sua tromba e il suo flicorno e Gianni Azzalicol suo sax e flauto, dialogheranno tra loro, con le persone presenti e con le opere della Galleria in una performance senza precedenti a Piacenza. Sarà per tutti un modo nuovo di vivere le stupende opere racchiuse nella Galleria Ricci Oddi. Un’immersione nella bellezza figurativa e musicale.Performer e pubblico partiranno insieme perun percorso suggestivoa 360 gradi tra le opere delle sale della Galleria che coinvolgerà non soltanto l’elemento visivo ma anche quello uditivo. Gli spettatori infatti saranno accompagnati in questo viaggio dalla musica degli artisti che, ispirati dalle opere esposte e dai visitatori presenti – opere tra le opere – improvviseranno in una performanceche renderà l’atmosfera unica e intensa, letteralmente immersi nell’arte e nella creazione artistica contemporanea.

[[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”4994″,”attributes”:{“alt”:””,”class”:”media-image”,”height”:”122″,”style”:”float: left; margin: 5px;”,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”182″}}]]Sempre Venerdì 26 febbraio il Festival si trasferisce al circolo Arci Amici del Po a Monticelli d’Ongina, dove, alle ore 22:00, si esibiranno due punte di diamante del Jazz nostrano Bebo Ferra (chitarra) e Paolino Dalla Porta (contrabbasso) in “Duo”.  La collaborazione tra Bebo Ferra e Paolino Dalla Porta è ormai ventennale e trasversale a diverse formazioni e progetti discografici di altissimo valore che li hanno visti sempre insieme, passando in particolare per il “Devil 4et” di Paolo Fresu e il trio “3 of Visions” con Fabrizio Sferra. Dimensione poetica, energia, colore, creatività, sono alcune delle coordinate principali da cui nascono e si sviluppano lecomposizioni originali di Dalla Porta e Ferra, scritte appositamente per questa formazione.Comune denominatore il Jazz inteso come pensiero e linguaggio in continua trasformazione e perenne ricerca di nuovesintesi attraverso le radici europee e mediterranee.Grazie ad una grande carica espressiva, sorretta da una tecnica raffinata, i due musicisti riescono a trasformare ladimensione cameristica del duo acustico in una proposta articolata e ricca di energia.La poetica dei temi, l’interplaye lo scambio dei ruoli fra i due strumenti, supportati da una costante tensione creativa emelodica ed uniti ad una naturale empatia ritmica che accomuna i due musicisti, danno vita ad una musica dinamica,ricca di nuances e al tempo stesso di notevole impatto sul pubblico.

 

Sabato sera (27 febbraio) scoppiettante invece al Sound Bonico. Sul palco della Hall of Music cittadina saliranno Mattia Cigalini nella forma di “One Man Band” e il gruppo “Ottone Pesante“. 
[[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”4995″,”attributes”:{“alt”:””,”class”:”media-image”,”height”:”123″,”style”:”float: left; margin: 5px;”,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”202″}}]]Ottone Pesante: direttamente dalla loro pagina Facebook: L’ottone è una lega di metalli e la chimica fra Paolo Raineri, Francesco Bucci e Simone Cavina si basa, allo stesso modo, sulla straordinaria forza che la loro interazione va a creare. L’ottone è anche il materiale che compone due dei tre strumenti che sentite in azione: tromba, trombone e batteria – dritti al punto, fra Slayer e Meshuggah, fra violenza pura e tecnica sopraffina. Un’operazione allo stesso tempo viscerale e filologica, suonata da musicisti di altissimo livello le cui radici affondano in miniere di Metallo ricche e profonde, lontane dall’essere una semplice infatuazione giovanile. In tanti hanno giocato col Metallo, non tutti se lo possono permettere e il suo pubblico lo sa. Loro lo sanno, noi lo sappiamo, tu che leggi lo sai. Per chi avesse bisogno di un pedigree, i tre hanno collaborato, a titolo personale o collettivo, con Calibro 35, Esecutori di Metallo su Carta con Enrico Gabrielli e Sebastiano De Gennaro, Pat Mastelotto (batterista dei King Crimson), Iosonouncane, Baustelle e molti altri.
[[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”4996″,”attributes”:{“alt”:””,”class”:”media-image”,”height”:”182″,”style”:”float: left; margin: 5px;”,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”273″}}]]Mattia CigaliniFondatore ed ideatore del progetto CIGALINI Hi-Tech Mouthpieces, è uno dei più affermati saxofonisti italiani del panorama jazz contemporaneo. Piacentino, classe 1989, si esibisce in concerto dall’età di 12 anni rappresentando, secondo la critica europea specializzata, uno dei più interessanti talenti della nuova generazione di musicisti. Diplomatosi in saxofono classico presso il Conservatorio “G.Nicolini” di Piacenza, riceve diversi premi e riconoscimenti fra i quali: Premio “Memorial Tullio Besa” come “Miglior giovane musicista italiano”, Premio “L.Zorzella” come “Miglior talento italiano”, Premio “Festival Vita Vita” come “Miglior nuovo talento”, riconoscimento “La strada del Jazz”, e tanti altri.

 

 

 

 

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