Alessandro Zanolini: “io che volevo cambiare il mondo” piccolo romanzo in musica

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Alessandro Zanolini:
“io che volevo cambiare il mondo”
piccolo romanzo in musica

“Nel mezzo del cammin di nostra vita…” cantava Dante il Sommo Poeta quasi a definire un’età ideale per tracciare un bilancio della vita fin qui vissuta e intravedere quella che ci aspetta.

Di certo è un caso, ma il nostro Alessandro Zanolini, classe 1986, 35 anni esatti!!, è uscito in questi giorni con il suo ultimo lavoro dal titolo emblematico “io che volevo cambiare il mondo” un concept album che tesse una tela sulla sua vita passata e quella che verrà. Un lavoro delicato, struggente, anche commovente in alcuni passaggi ma al tempo stesso vigoroso nella sua completezza.

Alessandro Zanolini nonostante la giovane età, è una conoscenza puntuale e costante nel campo del cantautorato piacentino ormai da… possiamo dirlo, quasi vent’anni durante i quali ha sempre portato un grande contributo al movimento musicale piacentino.

“Io che volevo cambiare il mondo” già dal titolo appare come un’opera ambiziosa, e lo dimostra appieno mano a mano che le tracce si susseguono.  Un disco che riesce ad abbinare la delicatezza del linguaggio alle armonie musicali che danno risalto ai testi che, a loro volta, giungono immediati e carichi di passione. Un disco da ascoltare lentamente e con attenzione come lo svolgersi della vita necessita.

Ma adesso diamo spazio al recente lavoro con alcune domande che abbiamo rivolto all’autore e rimandiamo per alcune note biografiche alle ultime righe di questa pagina

Alessandro, “io che volevo cambiare il mondo” è un disco che fa il punto sulla tua vita. cosa ti ha spinto a scrivere un album come questo in questo preciso periodo?
E’ un disco che parte da lontano e nello specifico da quella che poi è diventata l’appendice di questo racconto, ovvero “Carta d’identità”. L’avevo scritta per parlare di come l’età anagrafica sia diversa dall’età che io chiamo “emotiva” perché l’età anagrafica è una mentre quella emotiva cambia a seconda di ciò che viviamo in quel momento e quindi possiamo essere bambini e adulti quasi nello stesso istante. Beh, riascoltandola ad un certo punto ho iniziato a pensare che mi sarebbe piaciuto svilupparne l’idea scrivendo un disco che fotografasse le diverse fasi della vita come un percorso.
Considerata la tua età anagrafica, alcuni pezzi sono di vita vissuta altri di vita futura e immaginaria. Da cosa hai tratto spunto per le canzoni “future”
Diciamo che mi sono guardato indietro e ho messo in fila le tappe dei miei primi 35, quasi 36, anni di vita e ho provato a immaginare che quella linea che congiungeva i vari anni potesse proseguire più o meno allo stesso modo. Ho di fatto replicato nel tempo quelle che sono certe mie emozioni che tutto sommato, sono le stesse di quando ero bambino anche se ovviamente vissute e metabolizzate in modo diverso.
Video: La gonna di paglia
La canzone che hai “sentito” di più, che senti più tua

E’ molto difficile da dire perché sono legato un po’ a tutte: al capitolo 1 (“La gonna di paglia”) perché è l’inizio del percorso e mi piace che sia quasi una filastrocca per bambini.

Il viaggio inizia nell’età dell’asilo, quella in cui gli adulti sono dei giganti che ci fanno fare cose che non vogliamo fare, quella in cui il mondo lo si scopre e lo si impara giocando, quella dei personaggi immaginari e delle filastrocche divertenti. E quindi capita di incontrare un orso che balla il tango con una gonna di paglia talmente buffo da far sbellicare il protagonista di questo racconto facendogli passare ogni piccolo dolore.
Video: Sarà domani
Al capitolo 2 (“Sarà domani”) perché mi ricorda l’essere impacciato della mia età adolescenziale.
Durante l’infanzia le bambine, per un maschietto, sono quasi delle estranee con le loro bambole e i loro sogni da principesse fatti di baci bavosi da grandi e abbracci sdolcinati; poi, tutt’a un tratto, si comincia a crescere e quelle bambine, le stesse che, si giurava, non sarebbero mai valse quanto un calcio ad un pallone, cominciano a far tremare le mani e sfarfallare gli stomaci di quei maschi che si avvicinano all’adolescenza con l’impaccio di chi non sa come affrontare il primo grosso cambiamento della propria vita.
È il primo amore e forse non è nemmeno amore; ma di fatto a quell’età, l’amore, non si sa cosa sia davvero, e non è detto che lo si capisca durante una vita intera, e quindi rimane scolpito per sempre nella memoria come la prima volta che qualcuno ci ha fatto girare la testa.
Video: Quanto siamo scemi
Al capitolo 3 (“Quanto siamo scemi”) perché racconta delle grandi amicizie e della malinconia connessa alla prima grande separazione che viviamo che è quella del post-maturità. L’adolescenza, come tutto del resto, come inizia finisce e l’esame di maturità, non a caso cantato, raccontato e recitato decine di volte, è il primo vero momento in cui i ragazzi e le ragazze sentono che stanno diventando uomini e donne: gli anni dei primi amori, delle compagnie numerose, dei motorini e delle patenti B, delle prime vacanze da soli e delle prime pazzie, li hanno trasformati e quel momento, quell’esame, sparpaglierà in giro per il mondo quelle anime che si erano giurate amicizia eterna. Solo il tempo dirà che uomini e che donne diventeranno e quanti di questi legami resisteranno ai cambiamenti.
Video: Prenditi tutto
al capitolo 5 (“Prenditi tutto”) perché praticamente ci sono dentro i miei due nipotini. La maturità, la “prima volta”, eventi che, non per forza in quest’ordine, segnano l’inizio dell’età adulta; ma questo “inizio” è lento, non si diventa adulti un istante dopo aver preso il diploma o aver fatto l’amore, ci si trasforma piano piano…fino ad un momento in cui cambia la prospettiva per sempre: per chi ne ha volontà e fortuna, la nascita di un figlio è il momento che mette fine a quell’inizio perché ora non si scherza più e tutto esiste e vive in funzione di lui o di lei. In questa canzone ci sono le paure e le emozioni di chi si rivolge per la prima volta alla piccola creatura appena venuta alla luce con la tenerezza di chi vorrebbe per lei una vita perfetta ben sapendo che la vita non potrà essere né perfetta né priva di pericoli.
Video: Tanto lo so
ai capitoli 7 (“Tanto lo so”) perché, raccontando la fine del viaggio, mi provocano sempre un certo smarrimento, all’appendice (“Carta d’identità” di cui sopra) perché è la canzone che ha dato il La a tutto.
Quello dei capelli bianchi come la neve, delle rughe non più solo intorno agli occhi ma anche sulle mani come a disegnare una mappa del tesoro, quello della memoria che va e viene, quello del carattere che diventa spigoloso e dei brontolii in mezzo a lunghi silenzi. Ma soprattutto quello che, se si è stati fortunati e bravi a proteggerlo, ha resistito alle intemperie degli anni e fa ancora venire voglia di ballare un lento ascoltando le canzoni dei tempi andati e guardandosi negli occhi…quegli stessi occhi che, a differenza del resto, non sono mai invecchiati e conservano ancora la luce che fece nascere tutto.
Al Capitolo 8 (“Ne è valsa la pena”) Il racconto giunge al termine e il protagonista si guarda indietro ripercorrendo alcune delle tappe ed emozioni più importanti che gli tornano in mente in ordine sparso; ci sono rimandi ai racconti precedenti ma anche nuove rivelazioni come il periodo della depressione, duro ma ormai passato. C’è il figlio, ormai diventato uomo, pronto a rimanere testimone di quello che è stato il padre in modo che, di fatto, un po’ di sé rimanga per sempre. E poi c’è lei che gli è sempre rimasta accanto, sostenendolo come lui ha sostenuto lei, ed ora sente che qualcosa sta per cambiare per sempre e ha paura di non farcela da sola dopo che per decenni ha sempre avuto accanto la sua spalla, il suo complice. E infine c’è di nuovo lui, da cui tutto parte e a cui tutto torna, a dire che sì, a conti fatti e nonostante errori e dolori, ne è valsa la pena! È stata la canzone più difficile da scrivere ma, come ho letto in giro, la vita è un romanzo dal finale noto che non si può ignorare…quello che conta davvero, però, è ciò che accade tra l’inizio e la fine…
E poi anche al capitolo 4 (“Vorrei accendere la luce”) perché ho battuto un terreno musicale che è nelle mie corde ma che ho sempre sviluppato poco e mi sono divertito molto a farlo.
La “prima volta”, la scoperta di un nuovo mondo… Insieme alla maturità, la “prima volta” per antonomasia, quella della scoperta dell’amore fisico per intero, è il secondo grosso evento che segna il passaggio all’età adulta; il protagonista del racconto, ormai giovane uomo, fa i conti con il proprio corpo e quello della persona che ama, con il timore di essere inadeguato ma anche con l’eccitazione del momento, con la voglia di godersi ogni istante ma con l’incapacità di farlo perché le emozioni annebbiano la vista e tutto accade in modo vorticoso.
Ma quella che sento di più è il capitolo 6 (“Io che volevo cambiare il mondo”) perché rappresenta la presa di coscienza che non tutti i grandi sogni che si avevano da ragazzi si riescono ad avverare e a volte i compromessi a cui si deve scendere per andare avanti sono difficili da sopportare; però non significa che le cose siano andate peggio, solamente che sono andate in modo diverso.
Capitolo collaborazioni: con True skill ad esempio, perchè e com’è stato collaborare con lui, un rapper per giunta
Innanzitutto sono da anni un estimatore del mondo rap per il modo in cui i suoi esponenti riescono a giocare letteralmente con le parole. Nel caso specifico, poi, quando ho chiuso la pre-produzione di “Sarà domani” mi sono reso conto che c’erano spazio e necessità per un punto di vista differente possibilmente più vicino all’età e al linguaggio degli adolescenti di quanto non sia io ora. Non ci ho pensato più di un secondo e ho contattato subito True Skill perché volevo la sua penna: lo avevo conosciuto ad una serata di OverTheMoonTà e mi era piaciuto subito; ha portato un grande contributo anche nel rimescolare le carte della canzone valorizzandone la struttura.
5) booklet bellissimo e il progetto di presentazione gira attorno a lui . com’è nata l’idea di presentare un libro e NON un disco?
Il booklet è merito di Linda Orlandi, una bravissima illustratrice. E’ stata un’idea molto travagliata perché all’inizio l’avevo contattata per prepararmi solo la copertina, poi, vedendo l’ottimo lavoro, ho pensato di chiederle un’illustrazione per ogni canzone da utilizzare sui social. Infine, non contento, mi sono detto che, non stampando il disco fisico, qualcosa di concreto doveva esistere, quindi è nata l’idea del booklet che ora è in distribuzione gratuita in BookBank e al Circolo Belleri. Tra l’altro il fatto di distribuire direttamente il booklet mi aiuta a veicolare l’idea alla base del disco, ovvero che questo è un piccolo “romanzo in musica” e quindi, volendo, lo si può vivere anche solo leggendone i testi e guardando le illustrazioni. E qui arrivo alla tua domanda: non volevo fare un live tradizionale per eseguire le canzoni del disco, ci tenevo di più a raccontare ciò che c’è e c’è stato dietro perché tante volte io per primo sono curioso di conoscere le storie “dietro” le pubblicazioni. A tal proposito un grazie a Biffi Arte che mi ospiterà e a Gabriele Dadati che si presterà a questa chiacchierata.
Infine, sono d’obbligo i Credits 
Testi e musiche: Alessandro Zanolini eccetto “Capitolo 2 – sarà domani” Alessandro Zanolini e True Skill.
Produzione: Michele Coratella.
Mastering: Daniele Salodini.
Grafica: Linda Orlandi.
Distribuzione: Your Voice Records, Marco Giorgi, Paolo Gatti.
Ed eccole infine, come promesso Alcune note bibliografiche
2002: comincio a suonare la chitarra e a scrivere canzoni.
2006: il mio primo concerto con la mia prima band, una scaletta di sole mie canzoni.
2009: “Radar”. Mi esibisco all’auditorium di Radio e Video Italia e vinco una borsa di studio.
2010: “Ci sono cose che ti devo raccontare”. Il mio primo disco, scritto interamente da me e prodotto da me e la mia band.
2011: “Premio Fabrizio De André”. Finalista con la canzone “Più leggera di una piuma”.
2013: “Genova Per Voi”. Finalista del primo talent per autori di canzoni patrocinato da Siae e Universal Music Publishing con la canzone “Notte di carta”.
2013: “Premio Fabrizio De André”. Finalista con la canzone “Portati via”.
2017: “Premio Pierangelo Bertoli”. Vittoria della targa dell’associazione autori con la canzone “E’ la vita che hai scelto”.
2017: “Accademia di songwriting Warner Chappell – Siae – Festival di Ghedi”. Vittoria del premio Siae miglior brano con la canzone “Candy Crush” scritta con Andrea Valli.
2018: “Accademia di songwriting Warner Chappell – Siae – Festival di Ghedi”. Vittoria del premio speciale conferito dal direttore artistico Diego Calvetti.
2019: “Red”. Durante il Festival di Sanremo esce il disco di inediti di Patty Pravo nel quale firmo “Nessuno ti aspetta” insieme a Emanuele Sciarra e Anita Zanetti.
2021: “Genova Per Voi”. Finalista con la canzone “Aurora boreale”.
2021: “Vorrei accendere la luce”. Dal 21 maggio in radio e su tutte le piattaforme digitali il singolo che anticipa il mio nuovo album.
2021: “Voi che volevo cambiare il mondo”. Dal 15 ottobre su tutte le piattaforme digitali il mio nuovo album, un concept sulla vita, un romanzo in musica.
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