Daniel Lanois: unica data italiana a Piacenza

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Jazz

Giovedi 30 Marzo sbarcherà a Piacenza nell’unica data italiana Daniel Lanois, l’uomo dietro alle migliori pagine recenti di Bob Dylan, degli
U2, di Peter Gabriel, di Brian Eno, solo per fare alcuni nomi.

Lo troveremo al Conservatorio Nicolni di Piacenza AD INGRESSO GRATUITO, per merito dell’Associazione Novecento per la rassegna Musiche Nuove a Piacenza 

Produttore, compositore, cantante e chitarrista.
È uno dei più acclamati produttori del suo tempo ed è normale aspettarsi un lavoro eccellente ogni volta che entra in
studio di registrazione assieme a una band o a un solista.
Ma Daniel Lanois è anche più di questo, come dimostra la sua personale produzione musicale: è un musicista a tutto
tondo, capace di fare grandi cose affiancando gente come U2, Bob Dylan e Peter Gabriel, capace di performance
altrettanto valide come compositore di colonne sonore cinematografiche, capace infine di conquistarsi l’entusiasmo
della critica con una manciata di dischi di tutto rispetto (il debutto in questo senso è targato 1989).
Lanois è franco-canadese: è nato a Hull, in Quebec, il 19 settembre 1951. Sua madre è una cantante, papà e nonno
sono violinisti provetti. Con una famiglia di questo tipo è normale che la musica diventi un solido punto di riferimento
nella sua vita. E questo non cambia neppure dopo il divorzio dei suoi, quando insieme a mamma si trasferisce a
Hamilton, in Ontario (è il 1963).
È qui che Daniel Lanois impara a suonare la chitarra e che insieme al fratello comincia a sperimentale le prime,
rudimentali incisioni con uno scassato lettore di cassette. Di lì a qualche anno sarebbe diventato uno dei produttori
più ricercati grazie a uno stile e a un metodo di lavoro capaci di privilegiare l’onestà emotiva rispetto alla perfezione
tecnica.

Video: Daniel Lanois – Still Water (1989)
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Prima di questo, però, c’è bisogno di un salto di qualità rispetto al lettore di cassette: nel 1970 i fratelli Lanois acquistano
un registratore a quattro tracce e allestiscono un piccolo studio di registrazione nella lavanderia di casa (con
60 dollari i gruppi locali possono incidere i loro brani).
È l’inizio dell’ascesa.
Nel giro di poco tempo i nomi di Daniel e Robert (questo il nome del fratello) cominciano a diventare famosi grazie
alla loro sensibilità come produttori, ma anche al fatto di sapersi impegnare per i ‘clienti’ pure in veste di cantautori e
arrangiatori.
Entro la fine del decennio una cosa è ormai chiara: i ragazzi ci sanno fare davvero, tanto da potersi permettere studi
di registrazione più ‘in carne’ (verranno ribattezzati Grant Avenue Studios).
Ed è qui che arriva la classica occasione che ti cambia la vita: dopo essersi fatto le ossa con musicisti molto diversi
l’uno dell’altro, Daniel Lanois incontra per la prima volta Brian Eno. Negli anni successivi lui diventa il suo mentore
e frequente collaboratore: insieme producono quella che molti considerano la migliore musica d’avanguardia del loro
tempo, una seminale sperimentazione sonora su una base ambient strumentale.
Quando Brian Eno ritorna in Inghilterra, Daniel Lanois rimane in Ontario e lavora stabilmente con il gruppo locale
Martha And The Muffins (nel 1983 produce anche “Aka/Darbari/Java”, LP di improvvisazione del chitarrista Jon
Hassell).
Il 1984 è l’anno della svolta: Lanois torna a lavorare con Brian Eno sia nell’album “Hybrid” (collaborazione col
chitarrista Michael Brook) sia in “The Pearl” (altra collaborazione, questa volta con Harold Budd). Soprattutto, però,
accetta la chiamata per co-produrre insieme a Eno “The Unforgettable Fire” degli U2: l’album diventa un successo
clamoroso e convince Peter Gabriel a chiamare Lanois per produrre con lui la colonna sonora del film “Birdy – Le Ali
Della Libertà” (Alan Parker, 1984).
Finisce che quando Gabriel lavora al disco “So” nuovamente c’è Lanois a occuparsi della produzione.
La seconda svolta, quella che lo lancia definitivamente nel mondo delle star, arriva nel 1987, quando Brian Eno lo richiama
per lavorare al nuovo album degli U2 (“The Joshua Tree”). Il successo commerciale del disco, la vittoria di un
Grammy e la successiva co-produzione dell’atteso debutto solista di Robbie Robertson, trasformano Daniel Lanois in
uno dei più ricercati e stimati professionisti del settore.
Nel 1989, dopo il trasferimento a New Orleans, approfittano del suo talento sia Bob Dylan (per “Oh Mercy”) sia i
Neville Brothers (per “Yellow Moon”). Ma soprattutto, il 1989 è l’anno del suo personale debutto discografico come
compositore e musicista. Il titolo? “Acadie”.
Le dodici tracce del disco sono tutte composte da Lanois, che in un caso si fa aiutare da Brian Eno. Il sound mescola
efficacemente i ritmi di New Orleans, il rock, il folk e il misticismo new age. Il risultato è che la critica va in visibilio e
spende parole entusiaste.

Video: Daniel Lanois – The Maker
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Insomma: l’esordio discografico dice che Lanois può tentare di tenere il piede in due scarpe. E allora questa è la
politica seguita negli anni successivi: prima del suo secondo disco torna nelle vesti di produttore per “Achtung Baby”
degli U2 e per “Us” di Peter Gabriel (due lavori stellari).
Il suo secondo album arriva nel 1993, si intitola “For The Beauty Of Wynona” e soddisfa nuovamente la critica. Però,
come già accaduto con l’esordio, il successo commerciale si mantiene al di sotto degli standard raggiunti come produttore
(anche perché il quel caso lavora con superstar assolute).
Forse non è per questo motivo, ma comunque bisogna aspettare un decennio per poter ascoltare il suo terzo lavoro
solista: “Shine” esce in fatti nel 2003, ma la lunga attesa ripaga fan e critica, soprattutto perché il disco raccoglie
un’infinità di suggestioni musicali e testimonia una netta maturazione artistica. Insomma: molti sostengono di essere
di fronte al miglior Lanois di sempre, alcuni parlano di capolavoro.
Lascia meno soddisfatti il successivo “Rockets” (2005), compilation di demo, brani dal vivo e composizioni scartate
dai precedenti lavori (il disco è possibile procurarselo solo attraverso il sito web di Lanois).
Migliori sono le reazioni di fronte a “Belladonna” (anch’esso uscito nel 2005): le tredici tracce confermano l’eccellenza
del lavoro in studio e le doti di Lanois come cantante e chitarrista.
Nel 2016 produce un album di musica ambientale: delicati paesaggi sopnori dipinti con la chitarra e i suoi mitici effetti
gli fanno vincere molti premi da riviste specializzate quali la prestiugiosa Rockerilla che gli coinferisce l’ambito
titolo di album dell’anno.

 

 

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