Stregato da Melody

665

Calda, allo stesso tempo, quando serve, ruvida, e poi squillante, intensa, armoniosa, imperiosa tanto nelle  tonalità più profonde quanto negli acuti più estremi. Signore e signori, quando si sente cantare Melody Castellari bisogna alzarsi in piedi davanti a tanta maestria!

Sono stato rapito dalla sua voce nel concerto ad OverTheMoontà dove ha cantato questo giovedì. Lo ero stato anche in passato ascoltandola in altre occasioni ( e ho avuto anche il privilegio di averla nel cast degli artisti, cantante dei Misfatto,  per il concerto al Teatro Municipale di CantiAMO Piacenza). Ma allora, pur ammirando le sue doti vocali, forse distratto dalle emozioni di tutto il concerto, avevo col tempo offuscato il ricordo.

Giovedì è stato diverso, ero concentrato e lei mi ha tenuto agganciato alla sua voce, alla sua intensità esecutiva, alla sua passione nell’eseguire i suoi brani “Speciali”

Speciali perché rappresentano un inno alla canzone italiana degli ultimi decenni e un inno a chi ha saputo tracciare questa storia: suo padre Corrado che insieme allo zio, Camillo, e alla stessa Melody, hanno creato e cucito su misura stupende canzoni per i più grandi interpreti della canzone italiana.

Video: Ci sarà da correre
[[{“type”:”media”,”view_mode”:”media_large”,”fid”:”8471″,”attributes”:{“alt”:””,”class”:”media-image”,”height”:”360″,”typeof”:”foaf:Image”,”width”:”480″}}]]

Facciamo allora alcuni nomi: da Mina, a Patty Pravo, da Iva Zanicchi a Stefania Rotolo, da Ornella Vanoni al grande, si proprio lui, il cantautore per eccellenza, Fabrizio De Andrè.

E Melody ha portato nel suo concerto, l’anima e il pathos di chi quelle canzoni le ha scritte e musicate, ma anche quella di questi illustri interpreti. E’ salita verso le vette acute che solo Mina sa raggiungere mescolandole con la voce suadente di Ornella Vanoni. Si è avvicinata con rispetto reverenziale alla canzone di De Andrè, il Testamento di Tito, nella sua originale interpretazione. Ha abbracciato di tenerezza il pubblico con “sacco a pelo” intima e personale, lo ha coinvolto in canzoni ancora adesso più che attuali come “Avere fame avere sete” e “tempi politici”  e lo ha preso per mano accompagnandolo nel viaggio dentro alle canzoni che stanno nel suo cuore: quelle del suo disco “ci sarà da correre”.

E al termine del concerto, tornando a casa, la prima cosa che provi è un grande senso di gratitudine per questo inno alla bellezza che hai potuto ascoltare. Consiglio: il disco è veramente stupendo, ascoltatelo, e poi ancora e ancora. Ogni nota, ogni passaggio, ogni canzone è semplicemente fantastica.

Summertime In Jazz