In “Catene” troviamo l’anima di Devil Sola

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Devil Sola rappresenta uno dei cantautori rap più prolifici e innovativi del nostro territorio.

Devil Sola
Devil Sola

Uno che ha sempre avuto la passione per la scrittura fin da giovanissimo. E si parla del 2011 quando Nicolò “Devil Sola” aveva 12-13 anni.

Un percorso musicale sempre legato a doppia mandata alla tradizione Rap ma in continua evoluzione come capacità compositiva, ma anche come profondità della narrazione e dei concetti, oltre che per l’aspetto musicale nel quale ha finalmente sfondato la barriera delle campionature (seppur preziose e sempre targate “PrezBeat“) per confrontarsi con strumenti veri e propri come le chitarre di Giacomo Carini e Cristian Imperante, e la batteria del geniale Jacopo Jackie Mondina.

Con la musica, Devil Sola ha la naturale dote di aprire le porte dei propri vissuti, mai scontati, anzi, complicati nel loro complesso, quanto semplici quando è Devil a raccontarli.

Catene – video
Devil Sola

Con “Catene”, Devil Sola ha raggiunto il suo apice comunicativo, sempre pronto ad essere superato, ma decisamente elevato.

Nel travaglio di un annus horribilis, Devil con “Catene”, ci racconta i lati oscuri della nostra società che ci imbrigliano ad un lavoro tanto necessario quanto schiavizzante, ad un’identità che non sentiamo nostra e dalla quale vorremmo allontanarci.

Ci narra anche la delicatezza delle relazioni da lui vissute e alle quali, proprio a tutte, ha voluto dedicare in “Prendi Me” (quella che lui stesso definisce la “focus track” dell’album), una parola, una frase perché qualsiasi persona possa riconoscersi in una canzone tanto partecipata dall’autore.

Devil, quanto ti è costato scrivere questo disco?

E’ stato un percorso catartico iniziato all’inizio del 2020 e terminato adesso. Un percorso che ha avuto il pregio di traghettare un anno triste (inizio 2020) in un periodo splendido (quello attuale)

Da cosa nasce il disco?

Si chiama Catene, ma nasce dalla voglia di liberarci da queste catene

che tipo di Catene?

Quelle che abbiamo dentro di noi, quelle del lavoro, tanto necessario quanto schiavizzante. Le catene della società che ci vuole tutti uguali che non ci lascia libertà decidere con i suoi giudizi imperanti, in quali vestiti, in quale identità, immergerci se quella che abbiamo non la sentiamo nostra.

Catene è anche un album che svolta verso la “musica vera”

Premesso che la musica Rap vive di campionature dalle quali non potrei prescindere, è vero, questo disco rappresenta una svolta anche dal punto di vista musicale perchè ho inserito anche strumenti veri e propri.

Prendi Me – Traccia
Devil Sola

Cosa ti porti a casa con la scrittura di questo disco?

La consapevolezza che ho raggiunto un buon livello di scrittura (e anche di produzione musicale come in “Prendi me” nella quale ho creato proprio la melodia e guidato i musisti ad interpretare quello che avevo in testa) ma che posso fare ancora meglio, me ne riconsco le capacità

Bentley – Video
Devil Sola

Qualche credits?

E’ d’obbligo! Prima di tutti il buon PrezBeat, come di dicevo senza i suoi suoni non esisterebbe Devil Sola.

Ma anche Giacomo Carini e Cristian Imperante alle chitarre e Jacopo “Jack” Mondina alla batteria.

Sempre Cristian Imperante alla fotografia e per i video

A Riccardo Demarosi che ha registrato e mixato “Bentley” a Giardini Sonori

a Tabaki Studio dove sono state registrate tutte le altre tracce

 

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Con Catene, Devil ha raggiunto il suo apice comunicativo, sempre pronto ad essere superato, ma decisamente elevato.

Nel travaglio di un annus horribilis, Devil con “Catene”, ci racconta i lati oscuri della nostra società che ci imbrigliano ad un lavoro tanto necessario quanto schiavizzante, ad un’identità che non sentiamo nostra e dalla quale vorremmo allontanarci.

Ci narra anche la delicatezza delle relazioni da lui vissute e alle quali, proprio a tutte, ha voluto dedicare in “Prendi Me” (quella che lui stesso definisce la “focus track” dell’album), una parola, una frase affinché ciascuna sua fiamma passata in questa canzone si riconoscesse.

Devil, quanto ti è costato scrivere questo disco?

E’ stato un percorso catartico iniziato all’inizio del 2020 e terminato adesso. Un percorso che ha avuto il pregio di traghettare un anno triste (inizio 2020) in un periodo splendido (quello attuale)

Da cosa nasce il disco?

Si chiama Catene, ma nasce dalla voglia di liberarci da queste catene

che tipo di Catene?

Quelle che abbiamo dentro di noi, quelle del lavoro, tanto necessario quanto schiavizzante. Le catene della società che ci vuole tutti uguali che non ci lascia libertà decidere, con i suoi giudizi imperanti, in quali vestiti, in quale identità, immergerci se quella che abbiamo non la sentiamo nostra.

Catene è anche un album che svolta verso la “musica vera”

Premesso che la musica Rap vive di campionature dalle quali non potrei prescindere, è vero, questo disco rappresenta una svolta anche dal punto di vista musicale perchè ho inserito anche strumenti veri e propri.

Summertime In Jazz