I Te Quiero Euridice volano in “Due”

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Per un motivo o per l’altro i Te Quiero Euridice li abbiamo seguiti fin dalla prima volta che ne abbiamo sentito parlare e allora non potevamo mancare all’appuntamento con questo loro importante step. Stanotte infatti è uscito ufficialmente il loro primo album dal titolo “Due” e a parlarcene sono proprio i 2 protagonisti: Elena Brianzi e Pietro “Pitti” Malacarne.

Questo “Due” è nato…

A maggio quando ci sono state le prime registrazioni, poi è arrivata tutta la post produzione. Il singolo però, “I miei polsi”, arriva da molto più lontano, infatti la prima volta che lo abbiamo suonato era il 2016. Gli altri pezzi invece hanno età diverse, più recenti e infatti sono più maturi. Sono un po’ le 5 canzoni (più una intro. Ndr) che meglio ci rappresentano e che sono tutte legate da un unico filo logico.

Ed invece emotivamente da cosa nasce?

Noi avevamo l’urgenza di fare uscire qualcosa di nostro e volevamo che fosse come il nostro biglietto da visita. Un’urgenza che adesso si è tramutata in quella di portarlo in giro e suonarlo il più possibile.

Cosa è cambiato da quel 2016?

Intanto il numero dei componenti: eravamo in 4 fissi ed ora siamo in due; poi è cambiata l’identità musicale che già dall’inizio era legato ad un indie-pop-folk, che però nel tempo si è perfezionato e, come noi, ha trovato più coerenza musicale. Insomma, anche se siamo cambiati noi, abbiamo sempre cercato di tenere la stessa strada presa all’inizio del progetto.

Siete in 2, ma volendo anche di più…

Si perché nel frattempo sono cambiate un po’ di cose. Come band nucleo siamo noi due, però durante le registrazione è entrati anche Francesco (Brianzi. Fratello maggiore di Elena. Ndr) che ha curato gli arrangiamenti e che da lì è entrato anche lui per quanto riguarda la parte live. Non solo lui, ma anche Alice Boiardi e Andrea Speroni che ha curato mix e master dell’album. Insomma saremo i Te Quiero Euridice più la band!

Tornando a sopra: come siete arrivati alla scelta dei brani da inserire?

C’è stato un grosso lavoro di scrematura che ha portato a queste tracce. Per noi sono ormai come 5 bambini ed infatti non sapremmo scegliere quale di queste è la preferita. Forse quella che ci rappresenta di più è quella che porta il nome del gruppo, che sia come suoni che come testo, sa rappresentare di più il progetto per intero. Però sono tutte canzoni molto importanti per noi.

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Quel lavoro di scrematura quante cose ha lasciato da parte?

Molte cose perché di non registrato ci sono almeno una ventina di canzoni. Per non parlare della produzione Whatsupp: ormai il numero di vocali con dei file audio non è possibile quantificarlo.

Cosa troviamo dentro a quest’album?                                        

Tanta Piacenza. Nella scrittura il posto da dove veniamo è molto importante. Non a caso la scelta della location per il video di “I miei polsi” (qua vogliamo ringraziare Matteo Badini per il video e Linda Orlandi per le grafiche) è caduta sulla zona della Parcellara. Ovviamente perché il posto è bellissimo ma anche perché è un luogo emblematico di Piacenza.

C’è un riferimento in particolare che vi ha influenzato?

Mah, uno preciso no. Abbiamo mischiato molte cose diverse sia più vecchie sia più fresche. A livello di testi c’è molto indie ma come sound, ad esempio, un Calcutta non c’entra niente. C’è il cantautorato nostrano ma con dei suoni folk irlandesi che escono tanto. Questo perché tra di noi ci sono anche molte differenze che vanno anche nella musica.

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Ossia?

Noi due siamo molto diversi caratterialmente. Lui (ed è Elena a parlare) è molto calmo e cazzaro (noi, fedelmente riportiamo. Ndr) ed io invece sono molto precisa e testarda, però insieme funzioniamo bene sia a livello musicale che personale. Tutti e due siamo sul genere indie ma con ascolti molto diversi e il gioco è mettere insieme queste cose: Pitti va più su pop ed elettronica ed io più sul folk.

Che tipo di risposta vi aspettate dal pubblico?

Ovviamente una risposta immensa! Si scherza, però noi siamo super soddisfatti e siamo già molto contenti così, ma crediamo che la risposta sarà buona.

E dal panorama piacentino più in generale?

Qui vorremmo vedere un po’ più di sensibilità da parte della gente, più coesione tra le iniziative. Speriamo di vedere più voglia di cercarsi e che ci sia maggiore visibilità delle cose che ci sono, perché nonostante quello che si dice, a Piacenza ci sono molte cose.

Per il futuro c’è già una data…

Si, San Siro 2023!

In chiusura ricordiamo a tutti che “Due” dei Te Quiero Euridice, lo trovate su tutti gli store on line e precisamente qua e a questi link:
Spotify: https://spoti.fi/2S0eekw
Apple Music: https://apple.co/2Ey87kV
Deezer: http://bit.ly/2J4qht3
Bandcamp: http://bit.ly/2yQrkZc

Se volete fare meno fatica potete usare anche questo link: http://bit.ly/2QY4ndK

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