Intervista a Gabi Finotti “Orzo2016? Novità, certezze e generi diversi, tutto immerso nella luce del rock”

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Ecco finalmente la settimana di Orzorock! Uno dei festival più importanti della nostra provincia, ma che nel corso degli anni ha saputo travalicare i confini piacentini, è ormai alle porte. Un festival che nasce dal niente in mezzo ai sassi del Trebbia in pochi giorni e che diventa uno degli appuntamenti più importanti dell’estate musicale piacentina.

Per farci descrivere questa edizione numero 19 e per avere qualche indiscrezione e le emozioni quando ormai manca veramente poco allo start ufficiale, abbiamo sentito una delle figure storiche e centrali di Orzorock, Gabriele “Gabi” Finotti.

Gabi, ormai ci siamo, poche ore e sarà il momento di Orzorock 2016. Sensazioni?

La sensazione è che c’è sempre qualcosa da fare, che qualcosa rimane sempre indietro ma che poi alla fine avremo tutto, dal palco alla cucina. C’è l’agitazione per tutte quelle cose che devi fare all’ultimo minuto e su cui per forza ci arrivi tardi. L’ansia è quella degli ultimi preparativi.

Come è stata costruita questa 19esima edizione?

Fondamentalmente abbiamo fortemente voluto i due ospiti più importanti, gli Albedo e gli Universal Sex Arena, che entrambi saranno di scena nella prima serata di venerdì, su cui abbiamo costruito tutto il resto. E questo era un punto centrale. Poi il sabato lo abbiamo voluto incentrare di più sulle band piacentine. Questo anche perché di solito il sabato è la serata più frequentata e perciò ottima per mettere in mostra le nuove produzioni e il venerdì lo abbiamo incentrato maggiormente sulle special guest.

Questa è una domanda di rito: a questo punto, è più grande la stanchezza per il lavoro fatto o l’adrenalina in circolo?

Bella domanda. Sono entrambe. Siamo arrivati al dunque e si vorrebbe essere già al “sospiro di sollievo”, però non funziona così. C’è la voglia di tenere duro in modo che non ci siano problemi ma c’è anche il desiderio di vedere tutto messo a posto. Non vedi l’ora che inizi ma allo stesso tempo ti viene da dire “aspetta ancora un attimo”.

Parliamo delle proposte che vengono da fuori: cosa dobbiamo aspettarci?

Come sempre dagli ospiti che arrivano da “fuori” ci aspettiamo sempre tanto, è per questo che li abbiamo voluti. Anche se come abbiamo detto il sabato è più centrato sugli artisti piacentini, anche lì le scelte per le special guest sono state mirate. Sia i Koen che per i My dead idols da Parma, che da poco sono sotto etichetta Orzorock Music, porteranno tanta esplosività e dall’altro lato ci sarà il rock riflessivo dei Guignol, e le accelerazioni improvvise dei Betty Blue. Questo solo per citarne alcuni. Tornando a venerdì, gli ospiti sono davvero importanti. Basta dire che gli Universal sono sotto la stessa etichetta dei Tre allegri ragazzi morti e che i Proclama passeranno anche per il Pistoia Blues.

Alcuni degli artisti li conosciamo bene e rappresentano le produzioni Orzorock Music, cosa porteranno sul palco?

Ovviamente le proposte targate Orzorock Music sono tante, ma non solo perché sono artisti che suonano “in casa”. Gli Zebra stanno facendo un percorso di maturazione ed evoluzione e proprio in questi giorni hanno lanciato il nuovo pezzo, La Malora arrivano nel pieno del loro tour e il progetto Stanza 249 ha avuto apprezzamenti ovunque sia andato. Stessa cosa per i Quiet Sonic che da subito sono piaciuti molti e poi i Bravi Tutti che ormai vanno oltre certi confini. Per i piacentini loro sono il top e si stanno guadagnando il terzo posto dopo alcune realtà ormai affermate in zona come I cani della biscia e Daniele Ronda che però fanno cose per un pubblico molto diverso. Un discorso a parte per Morrywood con cui continuiamo a collaborare e ha in mano delle cose che continuiamo a tenere d’occhio. Senza dimenticare che ad aprire i live ci saranno i Lots che non sono una nostra produzione ma che hanno vinto il contest al Prosit. Tutti da ascoltare live ma che si potranno ascoltare insieme nella compilation di Orzorock 2016 che sia chiama “Orzorock 19.0”. E non dimentichiamoci il djset di Crows.

Su quale proposta c’è più attesa?

Io mi aspetto una grande performance dal cantante degli Universal Sex Arena. Se rispetta i suoi standard di norma altissimi, sarà indemoniato. Anche perché loro in questo momento, con un funky fusion sia da ballare che da ascoltare, sono ad un passo dal boom. Poi sugli Zebra Fink c’è la curiosità per le cose nuove che stanno facendo e poi, ovviamente, la nostra sensibilità va sui ragazzi giovani e su quello che sapranno portare sul palco.

Fra i gruppi leggiamo ragazzi molto giovani, possiamo dire che è in atto un ricambio generazionale?

Si, qualcosa c’è e soprattutto non è stato voluto. Dopo due – tre – quattro anni in cui c’è stato un po’ di vuoto, adesso c’è una nuova verve per le band. Quello che spesso viene definito come cantautorato, come la proposta di un solista con voce e chitarra, è sempre stata presente, ma la nuova spinta che c’è recentemente sul lato “band”, era qualcosa che cominciava a mancare. Abbiamo colto questa tendenza e l’abbiamo voluta premiare.

Diverse proposte nascono dalle collaborazioni nate nel tempo con altre realtà musicali del nord Italia. Un progetto, quello di CastleRock/Carovana dei Festival che va avanti…

Per noi è qualcosa che rimane fondamentale. Questo perché hai la garanzia di lavorare bene e seriamente, dando la prospettiva ad una band di suonare fuori Piacenza. Poi, è anche una grande occasione personale, che tutti possono provare, di vedere che in base al posto in cui vai, che sia Milano, Genova o Torino, cambia il modo di intendere la musica. E’ una cosa che personalmente e professionalmente da delle grandi sorprese.

Possiamo dire che rispetto alle scorse edizioni, il panorama musicale che proponete è più ampio?

È sempre stata una caratteristica, quest’anno ancora di più. Più spazio fra rock duro e pop. Noi siamo sempre contenti di non esserci settorializzati lasciando spazio agli artisti che ovviamente hanno una base rock ma non con un’unica direzione musicale. Per noi la differenza dei generi è stata e rimane fondamentale.

Summertime In Jazz