Misfatto | Una nuova era nelle parole di Gabì Finotti

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Misfatto in studio

I Misfatto, storica rock band piacentina, cambia faccia, arrivano: Gabriele Gnecchi, Arianna Bianchi e Alex Viti

Ci sono storie che finiscono e altre che invece si rinnovano negli anni e questo è il caso dei Misfatto. La storica rock band piacentina da poco ha annunciato alcuni cambiamenti nella formazione che vanno a rinnovare completamente il loro assetto.

Ovviamente quello che resta il perno centrale del gruppo è Gabriele Gabi Finotti che dall’inizio di questa storia ne è un personaggio centrale. Negli anni i cambiamenti per i Misfatto sono stati tanti, ma non ancora conclusi ed infatti da poco sono entrati nuovi volti, quelli di Gabriele Gnecchi alla batteria, Alex Viti al basso e poi Arianna Bianchi alla voce.

Misfatto in posa

Dato che rimane il fulcro dei Misfatto, ci siamo rivolti a lui, Gabì Finotti (qua la  nostra ultima intervista con lui) per sapere qualcosa di più su questa nuova era della band.

Gabì, in questa nuova era, ci sembri sempre di più come un capobranco…

Ah beh si assolutamente. Diciamo anche un simpatico despota. La selezione dei migliori ragazzi che ho conosciuto l’ho fatta io e mi sono basato sulla fiducia che ho in loro e perciò questo mi mette un po’ nel ruolo di “capo-musica” più che capobranco, però lasciando liberi tutti di esprimersi su una base ben solida. Ci siamo incontrati non con un “vediamo cosa esce”, ma con idee chiare, ossia con in testa un brano, la sua promozione, un cortometraggio a dargli ancora più slancio e poi, se tutto andrà bene, i concerti.

I Misfatto sono nati quando la nuova voce del gruppo Arianna Bianchi, non era ancora nata (nemmeno lontanamente!). Qual è il filo conduttore che unisce 2 generazioni?

Filo conduttore è il rock. Più in particolare un rock autoctono, quello che nei primi anni ha dato vita al festival Orzorock e che in tanti in quegli anni hanno seguito, con una concezione della musica molto simile alla mia. Quello che ci ha portato negli anni come Misfatto alla prima demo tape nel ’90, poi al primo disco tre anni dopo e l’evoluzione con la Audiar di Antonio Bacciocchi prima, e con Level49 di Chiara Ferri dopo, e dal 2013 con l’etichetta Orzorock Music. Un rock che non vuole imitare le icone ma che si vuole mettere alla prova facendo musica propria e in questi ragazzi credo di aver visto l’essere pronti a questa cosa anche se sono loro che prima di tutti ci devono credere.

Misfatto 1997
I Misfatto nel 1997

È sempre più evidente che il cuore del progetto è la tua figura. Ma cosa ti aspetti dal punto di vista musicale e creativo dai nuovi arrivi?

Intanto diciamo che io ho dato una linea guida per il lavoro futuro e perciò non si parte da zero, però la situazione molto interessante è che tutti hanno una caratteristica particolare. Io porto avanti un progetto, una missione, che potrebbe chiudere il cerchio (non vuol dire che mi fermo!) con questo nuovo brano, e poi con l’ep e un libro in arrivo che riprendono tanti lavori ancora in essere e questo i ragazzi lo hanno capito. Loro riescono ad essere sé stessi e dare ognuno il meglio: Arianna ha una voce che sa trattare l’inglese quasi come madre lingua, Alex e Gabo stanno cercando di fare della musica il loro mestiere e questo vuol dire tirare fuori le loro caratteristiche differenziandosi dagli altri.

Cosa, invece, della storia dei Misfatto, deve rimanere per forza nonostante la nuova formazione?

Sicuramente la nostra storia futura ricalcherà un modo chiaro di fare rock. Questo vuol dire che non potranno mai essere lasciati da parte brani come Rosencrutz, The time before i die, Prima che ritorni il sole, Lentamente. Canzoni che nel loro piccolo sono state riprese anche da altri e questo, per chi fa musica, è un vanto e un piacere. Ogni decade dei Misfatto ha una canzone che nei concerti c’è sempre, sono quelli che devono continuare a rimanere.

Misfatto 2018
Misfatto 2018

Ovviamente, data l’abbassarsi così forte dell’età media dei Misfatto, non si può non fare un paragone: come vedi i ragazzi più giovani rispetto a quando avevi tu la loro età?

Parlando dei singoli, Arianna è già molto matura nonostante i soli 18 anni, Gabriele sta già suonando quasi di mestiere e questa professione ce l’ha già dentro anche se la tecnica non si smette mai di allenarla, e poi su Alex posso dire che è quello che l’ha presa più emotivamente perché da sempre segue i Misfatto e con lui c’è un rapporto speciale. Musicalmente è un grande chitarrista e chi lo sa che dal basso non possa proprio arrivare alla chitarra anche nei Misfatto…

Poi su un discorso generale e generazionale, devo dire che quello che possono avere loro è sempre un “consiglio discografico”, cosa che i Misfatto dei primi anni non hanno avuto. Avevamo poche guide e abbiamo fatto molti errori e oltre a questo non tutti negli anni hanno messo al primo posto la musica perché ad un certo punto le priorità possono cambiare. Una guida serve anche per capire dove si vuole andare e in diversi momenti ai Misfatto è stato chiesto di essere meno rock e più pop e questo non è stato sempre preso bene da tutti.

I bilanci si fanno alla fine e non all’inizio, ma come leggi ora il cammino fatto dai Misfatto in questi anni?

Sicuramente io mi sono tolto molte soddisfazioni nell’apertura di diversi concerti come quelli di Morgan, Irene Grandi, Alberto Fortis, i Lacuna Coil, Nomadi, Bachi da Pietra, e ancora, in epoca più recente, I Ministri. Io mi sono divertito parecchio ma nel frattempo mi sono anche laureato e sono diventato farmacista Farlo come unico lavoro è stato sempre molto difficile perché ci vuole un “crederci di gruppo” che non è facile raggiungere nel momento in cui la cosa diventa seria e cominciano le rinunce. Nonostante questo in tutti gli anni della band c’è stata solo qualche discussione, mai liti o qualcuno che se ne è andato per queste cose, semplicemente è andata che sono rimasto io che ho continuato a credere molto nella mia musica. E poi chi lo sa che nel 2022 non ci sarà una bella riunione con i membri storici….

Misfatto - Gabì
Gabì nei Misfatto – Foto di Andrea Piccoli
Summertime In Jazz