NewRecord: Mattia Cigalini, “Adamas” il disco “Universal”

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E’ ufficiale da qualche giorno, Mattia Cigalini è entrato nella squadra della “Universal” ed è uno dei 4 jazzisti italiani che ne fanno parte. Insieme a lui ci sono alcuni fra i nomi di maggior spicco del panorama italiano riconosciuti in tutto il mondo: Fabrizio Bosso, Stefano Bollani e Antonio Faraò tanto per citarli. A giorni uscirà il suo nuovo lavoro “Adamas” proprio con etichetta Universal
Mattia arriva a piedi nella piazza di Agazzano dopo aver lasciato la moglie e la piccola Satie nel bar a fianco del nostro ritrovo. “Anch’io” dice “vado lì spesso per giocare a briscola e rondanino con alcuni miei compaesani”. Mattia Cigalini è così, tranquillo, disponibile, il figlio che ogni padre vorrebbe, e… una stella del jazz

Mattia, prima di tutto, com’è avvenuto il contatto con la Universal?
Direi nel modo più semplice e informale di tutti. Un giorno mi è arrivato un messaggio su Facebook da Mirko Gratton, Division Director Universal, che mi proponeva un incontro. Da lì i contatti si sono succeduti con velocità e tranquillità. Mi hanno proposto il contratto che ho valutato (io ero sotto contratto con la CamJazz con la quale mi sono sempre trovato benissimo) e che ho sottoscritto. Fine del discorso!

Nuova etichetta e subito un nuovo disco “Adamas”
La Universal sta cercando di dare impulso, meglio vuole ri-branderizzare, la Verve, la sua etichetta specializzata in jazz. Mi hanno chiesto di pensare al mio primo lavoro con loro: è nato così “Adamas”

Quali sono state le linee e le idee che hai seguito per la sua realizzazione?
La Universal mi ha lasciato praticamente carta bianca. Ho potuto scegliere i musicisti che mi accompagnano e le musiche e anche gli studi di registrazione. I musicisti sono tutti di grande levatura e sono: Paolo Birro al piano, Mauro Beggio alla batteria e Marc Abrams alla batteria, di origini NewYorkesi ma ormai trapiantato in Italia da diversi anni.

Per quanto riguarda le musiche che hai inserito nel disco che criterio hai scelto?
Come ben sai il mio percorso musicale ha fatto un giro molto ampio sempre nell’ambito della sperimentazione. Da “Beyond” in cui interpretavo brani di artisti pop, ad “Astrea” con Enrico Zanisi tanto per dirti alcuni passaggi opposti. Con questo disco ho voluto chiudere il cerchio se è possibile chiuderlo e sono tornato “a casa”.

In che senso?                                                           
Questa fiducia concessami mi ha portato a lasciarmi andare su quello che mi piace, riscoprendo l’amore per la grande tradizione jazz. Sono riaffiorati alcuni brani classici della tradizione di questo meraviglioso strumento, il sax e i loro autori. Johnny Hodges e Jackie McLean sono fra questi. Nel disco ci sono 4 standard e 4 brani originali. Tutti hanno un filo conduttore che può sintetizzarsi nella semplicità dell’esecuzione e quindi dell’ascolto.

Mattia Cigalini ci racconta Adamas
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Un cambiamento di rotta considerevole rispetto ai lavori precedenti!
Certo! Nei dischi precedenti prevaleva la ricerca della perfezione. In questo disco ha prevalso un’altra linea quella della semplicità. Era mio e nostro desiderio creare un contesto nel quale far ritornare gli ascoltatori all’origine del jazz. Un prodotto quasi “ruvido” ma col quale trasmettere il tratto fondamentale del jazz: la bellezza del suonare insieme. Vedi, il jazz  negli ultimi tempi si è un po’ complicato la vita con tutti i suoi tecnicismi, con questo lavoro abbiamo tentato una sorta di riconciliazione tra lui ed un più vasto pubblico di ascoltatori.

Prime impressioni e prossimi impegni?
Anche a detta della Universal il disco ha un ottima impronta divulgativa, che non allontana dal jazz ma che coinvolge. Prossimi impegni? Il 31 marzo ci sarà la presentazione ufficiale e il disco sarà disponibile dal 1° Aprile. Fra i vari impegni rammento quelli più significativi come l’Umbria Jazz, il Festival Jazz di Rapallo e poi, questa estate, al Festival Jazz di Nizza.

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