La sinfonia classica nell’esordio di Haydn, Mozart e Beethoven, per un concerto dell’Orchestra Sinfonica “Antonino Votto” del Nicolini, diretta dal Maestro Massimiliano Caldi
Una raffinata rievocazione nel Classicismo delle prime sinfonie dei tre grandi autori
Tutte le grandi storie hanno un inizio, tanto più mirabile se si parla di alcuni dei compositori più riconosciuti (e prolifici) del Classicismo, il periodo storico che convenzionalmente viene posizionato tra la seconda metà del Settecento e i primi decenni dell’Ottocento.
Il concerto Opus1, che si potrebbe tradurre in “opera prima”, della rassegna Allegro con brio 2025, ha voluto proprio recuperare le sinfonie numero 1 dei tre pesi massimi del Classicismo (Haydn, Mozart e Beethoven).
I primi due hanno contribuito alla storia della sinfonia con un cospicuo numero di opere, un centinaio Haydn, oltre quaranta Mozart. Il terzo, Beethoven, è stato più parsimonioso, con solamente 9 composizioni, le quali, però, segnano un’innegabile vetta stilistica, punto di arrivo di una tradizione iniziata molto prima.
Anche solo restando in ambito strettamente sinfonico, i tre non si sono limitati a scrivere: il loro estro compositivo è andato a determinare dei veri e propri modelli per gli autori venuti successivamente.

Il concerto Opus1
Il concerto di domenica 15 giugno, della durata di un’ora, in una Piacenza stretta tra la morsa dell’insopportabile caldo di giugno e la minaccia di nuvole scure, ha portato ad una raffinata rievocazione sinfonica diretta dal Maestro Massimiliano Caldi, con una superlativa Orchestra “Antonino Votto” del Conservatorio Nicolini, nella quale docenti e allievi suonano fianco a fianco.
Questo elemento è stato sottolineato anche dal Direttore Roberto Solci nel suo discorso iniziale, il quale ha ricordato come la Votto rappresenti la coronazione del sogno di un’orchestra stabile all’interno del Conservatorio Nicolini.
L’Orchestra, inoltre, è reduce della prestigiosa visita del Maestro Riccardo Muti, il quale l’ha incontrata visitando il Nicolini in data 29 maggio, occasione nella quale si è complimentato con studenti e docenti.
Il concerto è iniziato con la Sinfonia n. 1 in Re maggiore di Haydn, risalente a poco prima del 1760: una breve ed equilibrata composizione scritta dal ventisettenne Haydn in tre movimenti, ispirata nella sua struttura alla sinfonia d’opera italiana.
A seguire, con un salto di circa quindici anni, la Sinfonia n. 1 in Mi bemolle maggiore K. 16 di Mozart: il bambino prodigio di Salisburgo la compose all’età di otto anni!
Di maggior respiro ed elaborazione è stata la Sinfonia n. 1 in Do maggiore op. 21 di Beethoven, ormai trentenne a ridosso del 1800, in quattro movimenti, la quale recupera tratti haydniani, ai quali abbina però la sua cifra stilistica, fatta di un’instancabile rielaborazione motivico-tematica, come ricorda il libretto di sala, lasciando intravedere alcuni elementi delle sinfonie successive, ancora più mature.
Ad ogni sinfonia è seguito l’applauso del pubblico, il quale ha particolarmente apprezzato la sinfonia finale, la quale, nella sua varietà, ha permesso all’Orchestra di mostrare la propria duttilità.
È stato concesso un bis… fuori dagli schemi! Infatti, il Maestro Caldi ha dato l’attacco del Menuetto della sinfonia di Beethoven, per poi spostarsi di lato rispetto al palco e lasciare tutta l’attenzione all’Orchestra. Caldi è rientrato solamente sulla cadenza, dove con alcuni bilanciati movimenti delle mani e delle braccia ha decretato la fine della sequenza. Ha poi spiegato la sua scelta: dimostrare che la Votto è una di quelle orchestre talmente abili da riuscire a gestire momenti musicali anche complessi persino senza la guida di un direttore.
Finito il concerto, giusto il tempo di uscire dall’affascinante Sala dei Teatini prima che Piacenza fosse avvolta dal temporale, ma per un’ora ha regnato l’armoniosa perfezione formale della sinfonia classica.
