Nasceva circa 2 anni fa in una vietta di Borgotrebbia, più precisamente in Via Boreca, una piccola (che poi piccola non è) realtà piacentina che nel corso dei mesi è nata come etichetta, a cui poi si sono aggiunte le sale di registrazione fino ad avere anche sale prove aperte tutti i giorni. Stiamo parlando di Dancetool Studios.
Di conseguenza, come non passare a fare un giro e farci spiegare da Andrea Rocca, Luca Bonfanti e Simone Cutri, di cosa stiamo parlando?!
Come nasce Dancetool?
Nasce fondamentalmente da un’idea di Simone e dalla necessità di avere un posto dove registrare. Poi, passo dopo passo, abbiamo avuto conferme esterne che l’idea era buona. Abbiamo dato vita a questo progetto mettendo insieme le nostre diverse conoscenze artistiche, da quelle musicali a quelle discografiche.
Come si è evoluta la situazione in questi mesi?
Molto bene. Giorno per giorno vediamo un’implementazione sia come semplice sala prove, sia per quanto riguarda la registrazione. Il dato più positivo che riscontriamo è che la gente che la vora con noi, spesso torna con un nuovo progetto nonostante il fatto che posti come il nostro ce ne siano diversi, a Piacenza e fuori.
Dove è indirizzato musicalmente il vostro lavoro?
Discograficamente non produciamo per il mercato italiano, la maggior parte delle volte, quello che esce dai nostri studi va verso il mercato europeo. Questo perché come etichetta lavoriamo soprattutto su pop-dance ed elettronica. Il discorso cambia quando parliamo di canzoni in italiano. Soprattutto per quanto riguarda la musica “suonata”, ossia quella non creata digitalmente, sfruttiamo la collaborazione con 523 Records che si occupa precipuamente di quel settore e che ha già pubblicato i lavori di alcuni artisti, anche piacentini come ad esempio Francesco Zucchi.
Già tanti progetti sono arrivati, cresciuti e nati nei vostri studi…
In 2 anni sono passati oltre 100 gruppi. Se parliamo di progetti, fra album e singoli, abbiamo completato oltre 30 registrazioni. Più o meno un progetto al mese. Per dare un’idea dei livelli a cui siamo riusciti a lavorare, possiamo fare il nome dei Motel Connection.
Trovate sempre un progetto pronto o le idee arrivano col tempo?
A volte il pensiero iniziale non era quello di produrre qualcosa, ma spesso è capitato che qualcuno venisse solo per provare i suoi pezzi e poi la cosa è maturata in qualcosa di più grande. Da parte nostra quando abbiamo capito che avevamo sottomano qualcosa di valido, abbiamo proposto di lavorare con noi.
Come vi ponete nei confronti di artisti e mercato musicale?
La nostra forza è sicuramente quella di poter lavorare su 3 piani diversi: sala prove, registrazione ed etichetta. Questo per creare un pacchetto più completo possibile. Quello che produciamo è indirizzato esclusivamente al mercato digitale. Non facciamo copie “fisiche”. Con tutti i pro e i contro. Da un lato sei subito, in tutto il Mondo, su oltre 200 piattaforme fra streaming e download, dall’altro lato la concorrenza è tantissima e il tuo prodotto rischia di perdersi in mezzo ad altre migliaia di cose. In quel momento è fondamentale il lavoro dei gruppi.
Tante cose vengono da fuori, ma anche a livello piacentino c’è un progetto che da tempo va avanti…
Esatto, è “Dischi persi”, una ripubblicazione della versione originale di alcuni dischi piacentini che hanno avuto un ruolo importante per il nostro panorama musicale. E qui torniamo alla collaborazione con 523 Records. In pratica abbiamo ripescato dal passato gli album di alcuni gruppi storici della nostra zona (per fare alcuni esempi: Flora, Haulin’ass, Speedbal) e gli abbiamo ridato vita. Siamo arrivati a 12 ripubblicazioni e anche nel 2016 continueremo la ricerca.